L'individualismo in America

L'individualismo rinasce nella giovane repubblica americana come tratto distintivo della cultura democratica, ponendosi quale alternativa tanto all'individualismo "possessivo" delle teorie utilitariste e razionaliste quanto all'organicismo socialista. L'idea dell'individualità affonda qui le sue radici nel processo di immanentizzazione del bagaglio religioso della cultura puritana, ed è perciò carica alle origini di una forte tensione morale che si combina con l'individualismo politico (dei diritti). L'individualismo democratico è, quindi, la risultante dell'incontro (possibile in virtù della comune radice individualista) tra il puritanesimo democratizzato e depurato della sua vena più intollerante e settaria di revalisti, quali Jonathan Edwards, e unitari-trascendentalisti, come Emerson, e il liberalismo.
L'individuo democratico crede nell'eguaglianza degli uomini, nell'eguale possibilità che ognuno possa creare il suo mondo, nella fraternità spontanea verso l'altro, elogia il senso comune e la normalità quotidiana, sente su di sé il dovere della propria auto-realizzazione, concepisce la democrazia come stile di vita più che come una forma di governo, vede nel consenso il principio fondamentale delle istituzioni democratiche, il cui compito consiste tanto nel difendere i diritti individuali quanto nel favorire lo sviluppo di una cultura dell'individualità. Un contributo determinante alla costruzione di questa cultura venne dal Trascendentalismo che ebbe il merito di portare a termine la rivolta contro il paternalismo europeo iniziata dalla Rivoluzione. Il trascendentalismo emersoniano insegnava il valore pratico delle idee, la ricchezza del senso comune, il carattere attivo dell'esperienza. Emerson e Whitman guardavano alla democrazia come ad un'idea regolativa, un processo in fieri, mai concluso e mai definitivo, possibile solo in virtù della creazione di uomini e donne comuni dotati di un infallibile "giroscopio interiore" e capaci di operare su se stessi una vera e propria trasformazione antropologica, una trasformazione garantita da quella "geografia sublime" (Emerson), da quei grandi spazi aperti e inesplorati che lasciavano l'uomo solo di fronte al patrimonio interiore della propria coscienza, emancipandolo dai lacci del passato, dai vincoli e dai pregiudizi della vecchia cultura europea. Per i profeti ottocenteschi della democrazia americana (impegnati nella creazione di una "religione civile americana") il "destino manifesto" della sua eccezionalità trovava conferma nella geografia spirituale dei suoi luoghi, nella tempra di un tipo umano totalmente nuovo, rigenerato dal processo purificatore e alchemico del grande calderone di tutte le razze fortificato nel fisico e nella mente dalle sfide della frontiera.

 

Le contraddizioni dell'individualismo democratico emersoniano


Che l'America descritta da Emerson e Whitman non sia mai esistita, poco importa, quello che importa è la funzione svolta da questa mitologia. Ma, qui le interpretazioni possono essere molto diverse, non solo perché l'individualismo democratico è stato una "cultura minoritaria" e secondo alcuni soltanto "una patina ideata per nascondere o rimpicciolire ciò che democratico non è mai stato", ma anche perché la costante tentazione di fuga dalla politica di questo individualismo è certamente - almeno dal punto di vista di chi scrive - uno dei tratti più ambivalenti e contraddittori della democrazia americana. Come è in qualche misura implicito nell'idea emersoniana per cui "the only way to reform is to begin with oneself and then to deal with others as discrete individuals not "causes", l'atteggiamento pragmatico e antipolitico dell'individualismo democratico, coi suoi timori verso il dispotismo della maggioranza, il suo sospetto verso i partiti e i governanti, ha contribuito ad inibire l'impegno per le riforme ed evitare il confronto e la discussione pubblica su temi scottanti e decisivi nella vita della democrazia americana, delegandone sovente la soluzione alle corti di giustizia.

(rielaborazione di abstract su: Urbinati, N., Individualismo democratico. Emerson, Dewey e la cultura politica americana, Donzelli, Roma 1997)



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