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Per non dimenticare...
... quando l'Osservatorio del Collegio Romano rischio' lo sfratto!

Questa pagina mantiene online, a futura memoria, il materiale sulla mobilitazione che nell'autunno del 2010 ha salvato dallo sfratto la plurisecolare storia dell'Osservatorio Meteorologico del Collegio Romano e dell'Ufficio Centrale di Meteorologia (oggi Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all’Agricoltura), con l'annesso inestimabile patrimonio di dati, testi e strumenti di grande rarità e prestigio, che qualche mente illuminata avrebbe voluto relegare negli scatoloni da sbattere in qualche scantinato polveroso, trasferendo d'ufficio il personale e strappandone le attività di ricerca alla naturale e storica collocazione.
Evidentemente i locali della storica sede, data la posizione centralissima ed il prestigio del complesso cinquecentesco del Collegio Romano, facevano gola a qualche politicante che, senza alcuno scrupolo per la tradizione storica e scientifica della nostra città, contava di fare piazza pulita di oltre cinque secoli di storia... ma questa operazione, pianificata nell'ombra come ogni misfatto che si rispetti, è stata repentinamente portata alla pubblica attenzione grazie all'appello lanciato dal personale dell'Ufficio oggetto di sfratto: tale documento, oltre ad essere inviato alle maggiori cariche istituzionali locali e nazionali, è stato immediatamente rilanciato su questo ed altri siti web, ripreso con ampio risalto dai mezzi di informazione e sostenuto da una petizione online che nel giro di un mese ha raccolto oltre 2600 adesioni, finché la scellerata decisione è stata bloccata e ritirata.
Questa pagina tiene traccia di tutta la vicenda affinché non ne venga persa memoria, hai visto mai che in futuro qualcuno ci voglia riprovare...


... tutto iniziò nel primo pomeriggio del 30 settembre 2010, quando meteoroma.net è il primo sito del web a divulgare l'inquietante notizia:




30.09.2010 APPELLO IMPORTANTE: meteoroma.net apprende con sgomento ed indignazione che, a seguito del taglio dei finanziamenti nel settore della ricerca, l’Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all’Agricoltura del Consiglio per la Ricerca e per la Sperimentazione in Agricoltura (attuale CRA-CMA, ex Ufficio Centrale di Ecologia Agraria) sarà sfrattata dalla storica sede del Collegio Romano, senza alcuna garanzia né per la futura collocazione dell'inestimabile patrimonio per la storia della meteorologia da sempre in dotazione a tale ufficio (Biblioteca Centrale della Meteorologia Italiana con oltre 15.000 testi catalogati alcuni dei quali del '500, Archivio storico di dati meteo con serie plurisecolari, collezione di antichi strumenti sismici e meteorologici di grande rarità e prestigio), né per la continuazione delle rilevazioni meteorologiche dell'annesso Osservatorio Meteorologico del Collegio Romano, la cui ultrasecolare serie ininterrotta di rilevazioni meteorologiche (iniziate nel 1782) è fra le più antiche e complete del mondo e costituisce una risorsa di fondamentale importanza per lo studio del clima della nostra città, oltre che un patrimonio scientificamente di immenso valore.
Questo percorso di osservazioni, studio e ricerca scientifica dura da oltre cinque secoli, durante i quali al Collegio Romano si sono succedute innumerevoli personalità scientifiche che hanno fatto la storia della Fisica e della meteorologia italiana e planetaria, fra cui Galileo Galilei, padre Angelo Secchi ed Enrico Fermi: la sua interruzione costituirebbe una azione barbarica, un autentico scempio ed una gravissima perdita della memoria storica della tradizione geofisica e meteorologica italiana, un impoverimento culturale capace di arrecare danni irreversibili per la comunità scientifica italiana ed internazionale, ed una ferita insanabile per la stessa città di Roma.
Meteoroma.net si unisce con forza all'appello lanciato dal personale del CRA-CMA affinché tale scellerata decisione sia riconsiderata e ritirata, invita tutti gli utenti a sottoscrivere la petizione online "Salviamo l'Osservatorio Meteorologico di Roma" lanciata dall'Associazione Bernacca onlus!


Questo era il testo dell'appello lanciato dal personale dell'Ufficio:


APPELLO IMPORTANTE


OGGETTO: trasferimento d’ufficio del CRA-CMA (ex UCEA) con annesso Osservatorio meteorologico di Roma-Collegio Romano

In data 27 settembre ci è stato comunicato che il Consiglio per la Ricerca e per la Sperimentazione in Agricoltura (CRA), a seguito del taglio dei finanziamenti nel settore della ricerca (9 milioni di euro per il solo CRA), non potrà più mantenere la sede dell’Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all’Agricoltura (CMA), nel complesso del Collegio Romano con ingresso in Via del Caravita 7/a, sul quale campeggia l’antica iscrizione “Ufficio Centrale di Meteorologia – R. Osservatorio Astronomico”.
Il personale del CRA-CMA dovrà lasciare la storica sede occupata ininterrottamente dal 1879 entro il prossimo dicembre, per essere trasferito in sede da destinarsi con le sole postazioni di lavoro, senza alcuna garanzia per la futura collocazione della Biblioteca, dell’Archivio storico, della collezione di antichi strumenti sismici e meteorologici e per la continuazione delle osservazioni meteorologiche del Collegio Romano, iniziate nel 1782, con la pubblicazione di un bollettino giornaliero affisso quotidianamente nella bacheca di fianco al portone d’ingresso.
Non ci sarebbe niente da eccepire sul risparmio economico per il CRA (che però è tutto da dimostrare, visto che i locali sono in uso gratuito e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali si è formalmente impegnato a sostenere tutte le spese di gestione) e sul trasferimento delle persone, se non fosse che il CRA-CMA ha una tradizione storica e scientifica nel settore della meteorologia e della climatologia, riconosciuta a livello internazionale, strettamente legata ai luoghi fino ad oggi occupati.
Negli ambienti del CRA-CMA è conservato un patrimonio storico di rilevante interesse scientifico e culturale. La Biblioteca, nota come “Biblioteca Centrale della Meteorologia Italiana”, (il cui patrimonio librario è stato dichiarato dal MIPA “bene immobile dello Stato” nel 1998) vanta più di 15.000 testi di meteorologia e geofisica italiani ed esteri, rari e di pregio, alcuni risalenti al ‘500, e si configura come la principale memoria storica della tradizione meteorologica e geofisica italiana dell’età moderna. Ha ospitato personaggi illustri e scienziati che hanno fatto la storia della meteorologia (Galileo Galilei, padre Angelo Secchi, Enrico Fermi). La collezione di antica strumentazione meteorologica e sismica, di grande valore per la rarità e il prestigio degli strumenti, organizzata in un percorso espositivo, traccia la storia della geofisica in Italia attraverso l’evoluzione dei sistemi di misura.
Il CRA-CMA è l’erede diretto del Regio Ufficio Centrale di Meteorologia che, fondato nel 1876, rappresentò il primo Servizio meteorologico centrale in Italia. Il CRA-CMA gestisce tuttora una Rete di stazioni meteorologiche dislocate su tutto il territorio nazionale. L’Archivio storico di dati meteo ha un’importanza unica nel suo genere in Italia (sei milioni di dati per ogni variabile meteorologica osservata) ed è uno tra i pochissimi nel mondo a poter vantare serie storiche di dati meteo-climatici plurisecolari. Tali dati costituiscono informazioni indispensabili per compiere studi climatici di supporto alle ricerche finalizzate all’utilizzazione del territorio, all’agrometeorologia, allo sfruttamento delle fonti alternative di energia ed al risparmio energetico. Dell’ufficio è parte integrante l’Osservatorio meteorologico di “Roma Collegio Romano”, la cui ultrasecolare serie ininterrotta di rilevazioni meteorologiche è di fondamentale importanza per lo studio del clima della città anche in relazione ai cambiamenti climatici.
Si può dunque comprendere come l’attività di ricerca del CRA-CMA sia strettamente connessa con l’attuale suo luogo di lavoro. Interrompere il legame tra il CRA-CMA, erede della tradizione scientifica sinteticamente sopra descritta, e la sua sede storica del Collegio Romano comporterebbe una grave perdita della memoria storica della tradizione geofisica e meteorologica italiana, un impoverimento culturale e danni irreversibili per la comunità scientifica italiana ed internazionale nonché per la stessa città di Roma.
Separare il personale dalla Biblioteca e dall’Archivio comporterebbe, tra l’altro, l’impossibilità di utilizzare tutti gli strumenti disponibili, utili per una migliore qualità dell’attività lavorativa e di studio del CRA-CMA.
Alla luce di quanto suesposto, si ritiene doveroso valutare non solo dal punto di vista economico l’eventualità che il CRA-CMA possa continuare ad operare nella sede storica del Collegio Romano.

Roma, 30 settembre 2010

Il personale CRA-CMA:
Franca Mangianti ricercatore e responsabile dell’Osservatorio del Collegio Romano
Maria Carmen Beltrano ricercatore
Stanislao Esposito
Giovanni Dal Monte tecnologo
Maria Cecilia Serra tecnologo
Giuseppe Belluomo Anello collaboratore di amministrazione
Domenico Sansone
Gianni Antonio Mulas, coll. Tecnico V° liv.
Domenico Maglio Collaboratore Tecnico IV livello
Chiara Epifani assegnista di ricerca
Eleonora Gerardi: Operatore Tecnico VIII livello
Edmondo Di Giuseppe assegnista di Ricerca
Alessandra Saioni Collaboratore tecnico a tempo determinato
Sara Quaresima Operatore Tecnico tempo determinato
Massimo Scaglione, assegnista di ricerca
Sofia Bajocco assegnista di ricerca
Simona Sorrenti, assegnista di ricerca.
Roberta Alilla assegnista di Ricerca


(lettera inviata a tutti gli organi di stampa ed alla seguenti istituzioni: Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio dei Ministri, Presidente del Senato, Presidente della Camera dei Deputati, Presidente della Regione Lazio, Presidente della Provincia di Roma, Sindaco di Roma)


Appena 2 giorni dopo, il 2 ottobre, viene lanciata una petizione online che nell'arco di un mese raccoglierà oltre 2600 adesioni, provenienti da tutto il mondo:


"Salviamo l'Osservatorio Meteorologico di Roma"

Meteoroma.net, nell'aderire con forza e convinzione alla mobilitazione per salvare dallo sfratto la plurisecolare storia dell'Osservatorio Meteorologico del Collegio Romano e dell'Ufficio Centrale di Meteorologia, invita tutti gli utenti a sottoscrivere la petizione online lanciata dall'Associazione Bernacca onlus.



Nel frattempo, mentre le cariche istituzionali del territorio ed alcune personalità del mondo scientifico si attivano per sensibilizzare chi di dovere a rivedere l'assurda decisione, i mezzi di informazione iniziano a dare risalto alla notizia:


Rassegna stampa

Sfrattato l'Osservatorio del Collegio Romano
Biblioteca, archivio e strumenti finiranno negli scatoloni

Franca Mangianti (responsabile): «Un’azione barbarica distruggere così un patrimonio culturale e scientifico»


E’ lassù dal 1879, all’ultimo piano del Collegio romano. Da lì garantisce le rilevazioni quotidiane, anche la pubblicazione di un bollettino giornaliero affisso nella bacheca al portone d’ingresso. Insomma un punto di riferimento quando si parla di previsioni del tempo. Ora dopo 228 anni, l’Osservatorio Meteorologico deve traslocare. E anche in fretta. Dalla fine di dicembre sarà trasferito dalla sua sede storica del 1500 in un palazzo della Navicella e fra qualche anno a Monterotondo. Infatti, il 27 settembre il Consiglio per la Ricerca e per la Sperimentazione in Agricoltura (Cra), che dipende dal Ministero, a causa del taglio ai finanziamenti nella ricerca ha comunicato che non potrà più mantenere la sede dell’unità di ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all’Agricoltura (Cma) nel complesso del Collegio Romano di via del Caravita (negli altri piani c’è il Ministero per i Beni culturali). Il personale dovrà lasciare la storica sede per essere trasferito con le sole postazioni di lavoro, insomma col “minore bagaglio possibile”.
Infatti finiranno per ora negli scatoloni la Biblioteca, l’Archivio storico, la collezione di antichi strumenti sismici e meteorologici. Nessuna garanzia per la continuazione delle osservazioni meteorologiche del Collegio Romano, iniziate nel 1782, con la pubblicazione di un bollettino giornaliero affisso quotidianamente nella bacheca di fianco al portone d’ingresso. «Uno scempio e un’azione barbarica distruggere un patrimonio culturale e scientifico che - sostiene la responsabile dell’Osservatorio, Franca Mangianti - è stato costruito con passione, professionalità ed entusiasmo da innumerevoli personalità scientifiche nel corso di oltre mezzo millennio». Secondo il personale, «i locali sono in uso gratuito e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali si è formalmente impegnato a sostenere tutte le spese di gestione» e quindi è difficile capire il motivo della decisione.
La Biblioteca, nota come “Biblioteca Centrale della Meteorologia Italiana”, (il cui patrimonio librario è stato dichiarato dal Mipa «bene immobile dello Stato» nel 1998) ha più di 15.000 testi di meteorologia e geofisica italiani ed esteri alcuni risalenti al ’500 e si configura come la principale memoria storica della tradizione meteorologica e geofisica italiana dell’età moderna. Ha ospitato personaggi come Galileo Galilei, padre Angelo Secchi, Enrico Fermi. La collezione di antica strumentazione meteorologica e sismica, di grande valore per la rarità e il prestigio degli strumenti traccia la storia della geofisica in Italia. L’Archivio storico, con sei milioni di dati per ogni variabile meteorologica osservata, è uno tra i pochissimi nel mondo a poter vantare serie storiche di dati meteo-climatici plurisecolari.
«Si può dunque comprendere - conclude il personale che ha scritto a tutte le maggiori cariche dello Stato, del Comune, della Provincia e della Regione - come l’attività di ricerca del Cra-Cma sia strettamente connessa con l’attuale suo luogo di lavoro».

R.Tro. (da "Il Messaggero" del 01.10.2010)


Il Collegio Romano è sotto sfratto

I ricercatori: «andranno in fumo secoli di studio»


Dopo 131 anni è arrivata la lettera di sfratto. Aria di bufera sull’osservatorio meteorologico di Roma: i tagli alla ricerca mettono al bando la storica sede del Collegio romano. Gli esperti del meteo insorgono: «un crimine, andranno in fumo secoli di studio». Entro dicembre il Cma, l’unità di ricerca per la climatologia e la meteorologia applicate all’agricoltura, dovrà lasciare lo storico complesso del Collegio Romano in cui è ospitato ininterrottamente dal 1879: «Siamo sotto sfratto e saremo trasferiti solo con le postazioni di lavoro – denuncia Franca Mangianti, responsabile dell’Osservatorio – senza alcuna garanzia per la futura collocazione della biblioteca, dell’archivio, della collezione di antichi strumenti sismici e meteorologici e per la continuazione delle osservazioni meteorologiche». La signora del tempo, come è conosciuta nella Capitale Franca Mangianti, incalza: «E’ un crimine, non sappiamo infatti dove sia il risparmio visto che i locali oggi sono in uso gratuito e il ministero dell’agricoltura si è formalmente impegnato a sostenere tutte le spese di gestione».
E’ un vero e proprio allarme, quello lanciato dai meteorologi, per scongiurare la separazione forzata tra il personale, che sarà trasferito nei locali alla Navicella, e l’intero patrimonio culturale presente in piazza del Collegio romano che, nonostante sia indispensabile alla ricerca, per il momento sarà solo imballato: si tratta dell’archivio storico plurisecolare, dell’antica collezione di strumenti e della Biblioteca centrale della meteorologia italiana, dichiarata bene immobile dello Stato nel 1998. «Vanta oltre 15.000 testi, tra cui alcuni del ‘500 – sottolineano i ricercatori del Cma – la biblioteca ha ospitato tra gli altri anche Galileo Galilei, padre Angelo Secchi ed Enrico Fermi». Senza contare la presenza dell’Osservatorio meteorologico, fondamentale per l’ultrasecolare serie di rilevazioni meteo, ininterrotta dal 1782.

Lorena Loiacono (da "Leggo" del 01.10.2010)


La signora del tempo: "Un pezzo di me adesso scompare"

Dopo 40 anni di servizio presso l'Ucea, oggi Cra-Cmc; e come responsabile dell'Osservatorio meteorologico del Collegio romano, non avrei mai immaginato di dover chiudere la mia carriera professionale svolta sempre con tanto entusiasmo con una notizia che mi fa stare veramente male: un pezzo della mia vita scompare. Non passo credere che gli organi preposti non si rendano conto che un patrimonio storico, culturale, scientifico e strumentale di mezzo millennio possa essere rimosso e sistemato in casse sistemate non si sa dove. Ritengo sia una decisione di una gravità estrema.

Franca Mangianti (responsabile Osservatorio meteorologico del Collegio Romano)


Tagli alla ricerca, via dalla storica sede
l'osservatorio meteo del Collegio romano


Il personale dovrà lasciare la storica sede occupata dal 1879 per essere trasferito senza alcuna garanzia per la futura collocazione della Biblioteca, dell'Archivio storico, della collezione di antichi strumenti e per la continuazione delle osservazioni


Da 228 anni ininterrottamente l'Osservatorio Meteorologico del Collegio Roma garantisce le rilevazioni quotidiane nel centro della capitale, ma dalla fine di dicembre sarà trasferito dalla sua sede storica del 1500 in un palazzo della Navicella e fra qualche anno a Monterotondo.
Il 27 settembre il Consiglio per la Ricerca e per la Sperimentazione in Agricoltura (Cra) per il taglio dei finanziamenti nel settore della ricerca ha comunicato che non potrà più mantenere la sede dell'Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all'Agricoltura (Cma) nel complesso del Collegio Romano. Il personale dovrà lasciare la storica sede occupata dal 1879 per essere trasferito con le sole postazioni di lavoro, senza alcuna garanzia per la futura collocazione della Biblioteca, dell'Archivio storico, della collezione di antichi strumenti sismici e meteorologici e per la continuazione delle osservazioni meteorologiche del Collegio Romano, iniziate nel 1782, con la pubblicazione di un bollettino giornaliero affisso nella bacheca al portone d'ingresso. "Uno scempio e un'azione barbarica distruggere un patrimonio culturale e scientifico che - sostiene la responsabile dell'Osservatorio Franca Mangianti - è stato costruito con passione, professionalità ed entusiasmo da innumerevoli personalità scientifiche nel corso di oltre mezzo millennio".
Secondo il personale, "i locali sono in uso gratuito e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali si è formalmente impegnato a sostenere tutte le spese di gestione" e quindi è difficile capire il motivo della decisione. La Biblioteca, nota come "Biblioteca Centrale della Meteorologia Italiana", (il cui patrimonio librario è stato dichiarato dal Mipa "bene immobile dello Stato" nel 1998) ha più di 15.000 testi di meteorologia e geofisica italiani ed esteri, rari e di pregio, alcuni risalenti al '500, e si configura come la principale memoria storica della tradizione meteorologica e geofisica italiana dell'età moderna; ha ospitato personaggi come Galileo Galilei, padre Angelo Secchi, Enrico Fermi.
La collezione di antica strumentazione meteorologica e sismica, di grande valore per la rarità e il prestigio degli strumenti traccia la storia della geofisica in Italia attraverso l'evoluzione dei sistemi di misura. L'Archivio storico, con sei milioni di dati per ogni variabile meteorologica osservata, è uno tra i pochissimi nel mondo a poter vantare serie storiche di dati meteo-climatici plurisecolari. "Si può dunque comprendere - conclude il personale - come l'attività di ricerca del Cra-Cma sia strettamente connessa con l'attuale suo luogo di lavoro".

(da roma.repubblica.it del 01.10.2010)


L'Osservatorio meteo a rischio sfratto dal Collegio romano

All'Osservatorio del Collegio Romano è passato Galileo. In quella sede, padre Calandrelli ha registrato con minuzia ogni variazione del tempo e della storia, come il bollettino del 20 settembre del 1870 quando certificò: «Bello. Cannonate al mattino furfanterie fino a sera. Cresce poco il barometro. Magneti poco regolari». L'istituto di via del Caravita ha ospitato Enrico Fermi.
Se l'Osservatorio sarà sfrattato, la Capitale perderà un pezzo di memoria comune oltre la ricerca di tanti sicenziati che lì hanno trovato ispirazione e fonti bibliografiche. L'allarme sfratto di quella che oggi è l'Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all'Agricoltura (Cma), è in una lettera del 27 settembre nella quale si impone di lasciare la sede «causa tagli alla ricerca». La sede, fanno notare gli addetti, è del demanio e in comodato gratuito dal Mipaaf.
Tra le preoccupazioni degli addetti è il destino della Biblioteca, dell'Archivio storico, della collezione di antichi strumenti e per la continuazione delle osservazioni meteorologiche del Collegio Romano, iniziate nel 1782, con la pubblicazione di un bollettino giornaliero affisso all'ingresso. «Qui è conservato un patrimonio di rilevante interesse scientifico e culturale - dice la responsabile Franca Mangianti - La biblioteca ha più di 15 mila testi, rari e di pregio, e si configura come la principale memoria storica della tradizione meteorologica e geofisica italiana dell'età moderna».

Cin.Tra. (da "Il Tempo" del 01.10.2010)


«Non sfrattate l' Osservatorio di Galileo»

Di là sono passati Galileo Galilei, padre Angelo Secchi, Enrico Fermi. Delle loro idee, del loro pensiero, del loro genio sono ancora piene le sale dell' Osservatorio meteorologico del Collegio Romano, al centro di un allarme lanciato su Internet, con tanto di petizione online: «Salviamo l'Osservatorio meteorologico di Roma». Quasi 1.800 le firme virtuali finora raccolte su un sito specializzato nelle sottoscrizioni online (ce ne sono pro Santoro e contro Santoro, per la pista ciclabile a Ostia e contro la privatizzazione dell'acqua), ma l' obiettivo è cinquemila, per scongiurare lo sfratto imminente dovuto, si spiega, ai tagli alla ricerca. Anche se la stessa responsabile della struttura, Franca Mangianti, «nostra signora del tempo» com' è meglio conosciuta, non si spiega: «I locali sono oggi in uso gratuito e il ministero dell' agricoltura si era formalmente impegnato a sostenere tutte le spese di gestione». Basta un clic, solo registrarsi, per dire «no» al trasloco. Dove, poi? Se è chiaro ai ricercatori che andranno a svolgere i loro studi nei locali alla Navicella, anch'essi prestigiosi, non altrettanto può dirsi per l' immenso patrimonio di libri (oltre quindicimila, i più antichi del Cinquecento), strumenti sismici e meteorologici affascinanti e complicati, documenti storici, che consentono di ripercorre varianti meteo da un secolo all' altro. Che fine farà? Dove sarà trasferito? «Quel che sappiamo è solamente che è pronto per essere imballato» spiegano i meteorologi. Che però, lontani da quegli oggetti, non ci sanno stare. Non ti possono d' improvviso togliere le basi, su cui hai costruito il mestiere.

Laura Martellini (da "Il Corriere della Sera" del 16.10.2010)



... finché nel pomeriggio del 9 novembre, dopo 40 giorni esatti di mobilitazione, arriva la notizia che la battaglia è stata vinta!




IL COLLEGIO ROMANO E' SALVO!!!

Riceviamo e stra-volentieri divulghiamo la seguente e-mail:

Questo sito, nell'esprimere la propria soddisfazione per questo importante risultato, mantiene online a futura memoria questa pagina permanente sulla straordinaria mobilitazione che in questi 40 giorni, con adesioni da tutto il mondo, ha sostenuto l'appello lanciato dal personale del CRA-CMA per salvare dallo sfratto e dall'abbandono un patrimonio scientifico inestimabile, che la barbarie di qualche politicante illuminato intendeva sacrificare alle proprie beghe ed ai propri miseri interessi, facendo piazza pulita di cinque secoli di storia. Un caloroso GRAZIE a quanti hanno sostenuto questa battaglia di civiltà, ed un grande abbraccio al personale dello storico Ufficio Centrale di Meteorologia per aver portato alla ribalta la notizia del misfatto che qualcuno stava compiendo nell'ombra, e per aver lanciato un appello che la collettività e le istituzioni hanno saputo raccogliere e rilanciare, col risultato di stroncare sul nascere quel vergognoso progetto.



E per finire godiamoci una visita virtuale al Collegio Romano, sperando che le attività dell'Osservatorio scientifico e dell'Ufficio ivi situati possano ora stare al sicuro almeno per i prossimi 500 anni!


Breve storia per immagini
dell'Osservatorio del Collegio Romano

La facciata sud del complesso cinquecentesco del Collegio Romano in una stampa dell'800; l'edificio, sorto per ampliamento di un preesistente conglomerato di case riunite (donate alla Compagnia dei Gesuiti nel 1560 dalla nipote del papa Paolo IV), fu realizzato nel 1582 per volontà di papa Gregorio XIII Boncompagni allo scopo di ospitare le attività del Collegio Romano, istituito nel 1551 da Ignazio di Loyola (a copertura di tutto l'arco scolastico, dagli studi elementari a quelli universitari), che vedeva rapidamente crescere il numero dei propri alunni ed il prestigio della propria attività didattica e scientifica, ma ancora non disponeva di una sede propria. L'inaugurazione del nuovo Collegio (la parte attualmente occupata dal Liceo Ginnasio Visconti) avvenne il 28 ottobre 1584, mentre gran parte della vasta costruzione che oggi ammiriamo fu completata nella seconda metà del secolo XVII: i lati occidentale e meridionale furono i primi ad essere costruiti, successivamente fu realizzato il lato settentrionale con la Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola (che nel frattempo era stato canonizzato nel 1622) ed infine quello orientale.
Ma il Collegio Romano iniziò la sua tradizione di Osservatorio scientifico già nel 1572, quando i padri gesuiti iniziarono in questo sito regolari osservazioni astronomiche, cui associavano salturiamente anche osservazioni di carattere meteorologico (a quel tempo le due scienze non erano considerate distinte), nell'ambito dei loro approfonditi studi di matematica, fisica ed astronomia, facendo quindi di questo sito uno dei più antichi osservatori scientifici d'Europa e del mondo. Fra le presenze illustri che nell'arco dei secoli hanno condotto la loro attività scientifica al Collegio Romano, spicca quella di Galileo Galilei, dapprima con la sua visita nel 1587 al gesuita matematico Christoph Clavius per discutere i nuovi teoremi sul baricentro dei corpi solidi, e successivamente durante il suo soggiorno romano da marzo a giugno del 1611, allo scopo di verificare le sue scoperte astronomiche tramite le osservazioni condotte dai padri gesuiti nella Specola dell'Osservatorio.
La torre Calandrelli, ben visibile in primo piano, fu aggiunta nell'angolo sud-est del fabbricato nel 1787, allo scopo di ospitare la strumentazione per le osservazioni meteorologiche che l'Abate Giuseppe Calandrelli, responsabile dell'Osservatorio, aveva voluto istituire nei locali del Collegio Romano già a partire dal 1782, dando da quel momento carattere di sistematicità alle rilevazioni delle condizioni del tempo.



La torre Calandrelli vista dall'ultimo piano dell'edificio; dal 1788 gli strumenti per le osservazioni meteorologiche (eseguite con continuità al Collegio Romano già dal 1782) vennero collocati sulla sommità della torre, alla quota di 66,4 m s.l.m. e ad un'altezza di circa 45 m sul piano stradale, dando avvio ad una serie storica di rilevazioni giornaliere, eseguite con sistematicità nello stesso sito, ad ore stabilite e nelle medesime condizioni, che ha ormai abbondantemente superato i duecento anni e costituisce un riferimento assolutamente unico per il confronto del clima presente con quello del passato.



Alcuni degli strumenti meteorologici (sono qui visibili l'eliofanografo, il piranometro a termocoppia e il lucimetro di Bellani) attivi sulla sommità della torre Calandrelli. Già da diversi anni i dati meteorologici ufficiali sono rilevati tramite strumentazione automatica, conforme ai requisiti standard raccomandati dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale; tali sensori, al fine di perseguire la massima omogeneità possibile dei dati rilevati con la serie storica delle misurazioni effettuate in passato, sono stati collocati nelle stesse posizioni della preesistente (e tuttora funzionante) strumentazione meccanica. Ogni giorno vengono raccolte informazioni sulla velocità e direzione del vento, sulle precipitazioni, sulla temperatura, sull'umidità relativa, sulla pressione atmosferica, sull'eliofania e sulla radiazione solare globale; inoltre, è stato recentemente attivato un servizio di misurazione della quantità e qualità dei pollini presenti in atmosfera. I dati raccolti vengono poi pubblicati nel tradizionale bollettino annuale, la cui prima edizione risale al 1879.



Nel complesso del Collegio Romano, qui evidenziato in una ripresa aerea del centro storico di Roma (sulla sinistra spicca la cupola ogivale del Pantheon), si individuano facilmente nell'angolo nord-occidentale la chiesa barocca di Sant’Ignazio di Loyola, di cui è celebre la falsa cupola nell'affresco prospettico di Andrea Pozzo, e sul lato meridionale il Liceo Ginnasio Visconti con il suo cortile quadrato circondato da un loggiato a due piani; l'ultimo piano dell'ala nord-orientale, già sede fin dal 1782 dell'Osservatorio Meteorologico, ha ospitato fin dalla sua fondazione (1876) il Regio ufficio Centrale di Meteorologia, sorto all'indomani della costituzione dello Stato unitario italiano allo scopo di gestire la prima rete nazionale di stazioni meteorologiche, e dal 1913 dotato anche di una “Sezione Presagi”, avente il compito di redigere le previsioni meteorologiche nell’interesse generale del Regno; quest’ultima sezione, dal 1925, passò poi alle dipendenze del Commissariato per l’Aeronautica che la unificò con la Sezione Aerologica in un unico Ufficio Presagi, avente finalità non solo aeronautiche ma anche civili, segnando storicamente la nascita del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, mentre il Regio Ufficio Centrale venne successivamente indirizzato verso il settore della meteorologia e dell’ecologia agraria (annettendo a sé, per un certo periodo, anche competenze di geodinamica e geofisica, poi trasferite al Consiglio Nazionale delle Ricerche), proseguendo con la denominazione di Ufficio Centrale di Ecologia Agraria (UCEA) l’attività di raccolta sistematica dei bollettini meteorologici, inviati da centinaia di stazioni dislocate su tutto il territorio nazionale, alcune delle quali con serie storiche ultracentenarie, primo fra tutti proprio l'Osservatorio del Collegio Romano, attivo fin da quasi un secolo prima dell'Unità d'Italia.



Lo storico portone di Via del Caravita 7/a, sul lato settentrionale del complesso del Collegio Romano, sul quale campeggia l'antica iscrizione “Ufficio Centrale di Meteorologia – R. Osservatorio Astronomico"; nella bacheca di fianco al portone viene affisso quotidianamente il bollettino giornaliero con le osservazioni meteorologiche quotidianamente rilevate sulla Torre Calandrelli.




Oltre che per le collezioni di strumenti meteorologici e sismici storici, l’Ufficio Centrale di Ecologia Agraria si distingue per le pregevoli raccolte di libri e periodici di meteorologia, geofisica e geologia, gelosamente custodite negli ambienti dell’Ufficio adibiti a Biblioteca: quella che è nota come la "Biblioteca Centrale della Meteorologia Italiana" appare oggi come la maggiore delle raccolte italiane specializzate nelle scienze dell’atmosfera e si configura come la principale memoria storica della tradizione meteorologica e geofisica italiana dell’età moderna.
Le sue origini storiche risalgono alla costruzione della Specola dei Padri Gesuiti (1572) in seno al vasto complesso edilizio del Collegio Romano, ed alla corrispondente raccolta di scienze della Terra, in seguito integrata dal fondo di meteorologia e geodinamica dell’Osservatorio Meteorologico (ivi impiantato nel 1782 per merito dell’abate Giuseppe Calandrelli) e successivamente, nel 1879, dalla confluenza delle raccolte di meteorologia e climatologia dei Servizi di Stato a quel tempo operanti in tali settori, accentrati sotto un'unica direzione nel Regio Ufficio Centrale di Meteorologia, istituito dal Regio Decreto n. 3534 del 26.11.1876 ed operante dal 1879 nell'ala del Collegio Romano già sede dei locali dell’Osservatorio Meteorologico.
Da quel momento, la storia della Biblioteca venne esattamente ad identificarsi con quella dell'Ufficio Centrale di Meteorologia, i cui primi direttori, Pietro Tacchini e Luigi Palazzo, incentivarono un considerevole accrescimento della Biblioteca grazie alle diverse raccolte di libri e periodici che continuamente vi pervenivano da ogni parte del mondo, sia nella sezione di sismologia, vulcanologia e geologia che in quella di meteorologia, climatologia ed aerologia; parallelamente la Biblioteca andò arricchendosi di libri antichi di pregio (alcuni dei quali cinquecenteschi), manoscritti originali (principalmente ottocenteschi), raccolte miscellanee ed autorevoli lettere autografe e carteggi di carattere scientifico, fino a vantare più di 15.000 testi catalogati di meteorologia e geofisica italiani ed esteri (cui si aggiungono altri 25.000 fra libri ed opuscoli in attesa di inventario) che ne fanno una delle più prestigiose raccolte a livello mondiale per la storia della fisica dell'atmosfera.



Fonti bibliografiche:
- "Il Collegio Romano, 100 anni di osservazioni meteorologiche", F. Mangianti, M.C. Beltrano (1991)
- "La collezione di strumenti dell'Ufficio Centrale di Ecologia Agraria", M.C. Beltrano (1996)
- "Presenze scientifiche illustri al Collegio Romano", AA.VV. (2001)
- "La storia dell'Ufficio Centrale di Ecologia Agraria attraverso gli atti normativi che lo hanno regolato", A. Brunetti (2000)



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